Aggressione Raffaele Pellegrino: per la Vigilanza una sanzione di appena 200 euro
Obiettivo Rotonda e Giuristifedericiani realizzano nova petizione sulla vicenda
Di Gennaro Sannino e Giovanni Sorrentino , pubblicato Lun, 02/04/2012
Napoli – La brutale aggressione a Raffaele Pellegrino non ha mancato di suscitare indignazione e polemiche. Il racconto, assurdo, di come l’indifferenza abbia prevalso nelle aule dove s’insegnano diritto e giustizia, colpiscono nel profondo l’immaginario di una città, ma ne risvegliano anche la solidarietà.
In modo particolare, da segnalare le attività e l’impegno di “Obiettivo Rotonda” e del forum giuristifedericiani.org che si stanno interessando alla vicenda, con diverse petizioni e appelli affinché istituzioni e università si mobilitino e assumano le proprie responsabilità. In questi giorni il gruppo ha realizzato una nuova petizione che tiene conto degli ultimi sviluppi della vicenda. Si apprende dalla lettera, che l’università Federico II ha messo in campo le prime sanzioni disciplinari nei confronti dell’istituto di vigilanza CIVIN che, secondo il racconto di Raffaele, non avrebbe fatto altro che consigliare al giovane di allontanarsi dall’istituto. «Raffaele Pellegrino – si legge nella nuova petizione – ci ha informato che l’università ha comminato alla società cui è in appalto il servizio di sicurezza, l’Istituto di Vigilanza CIVIN, una penale del valore di 239,80 Euro, in quanto il comportamento della guardia giurata in servizio quel giorno è stato ritenuto “non sufficientemente adeguato a fronteggiare gli eventi in questione”. Tale sanzione è stata applicata ai sensi dell’art. 9 del “Capitolato Speciale d’Appalto” stipulato tra il Polo S.U.S. e l’agenzia.
Se è questa la misura della sanzione e se tale resterà, si deve rilevare quanto sia blanda e risibile anche in ragione di considerazioni molto semplici. In prima istanza, infatti, a fronte di un contratto del valore di 1.823.712,00 euro più IVA, una sanzione di poco più di 200 euro rappresenta un’assurdità; in secondo luogo, per i fatti di cui si discute vi erano tutti i presupposti per l’applicazione dell’art. 13 del Capitolato d’appalto, ai sensi del quale è possibile chiedere la risoluzione del contratto ex art. 1456, per inadempimento degli obblighi derivanti dal contratto medesimo». Altre considerazioni sono concentrate intorno alla funzione dei custodi della struttura, per i quali è richiesta “sanzione disciplinare, valutabile […]anche in un licenziamento disciplinare per le numerose negligenze riscontrate”, e nei confronti di D. M., magistrato e professore presso l’università il quale, messo al corrente dell’aggressione mentre si svolgeva, non sarebbe intervenuto, neanche sollecitando l’intervento dei soccorsi. I sottoscrittori della petizione chiedono al D. M. “come mai non abbia ritenuto opportuno intervenire e dare un sostegno morale e fattivo a Raffaele Pellegrino, dovere imposto sia in quanto espressione dei valori costituzionali ed umani di solidarietà sia in relazione al ruolo e alle funzioni ricoperte sia in riferimento alla caratura istituzionale e simbolica delle funzioni di insegnante di diritto e di magistrato”.
Evitando di cavalcare risentimenti di giustizialismo e di prendere posizione all’interno di diatribe personali. È interesse pubblico che la sicurezza all’interno di un ateneo venga salvaguardata? Si può ritenere, una sanzione di 289 euro, un deterrente efficace all’omertà e alla negligenza di chi è incaricato a esercitare una funzione di controllo? È lecito aspettarsi, quantomeno, che chi si occupa di insegnare la legge si senta in obbligo morale di rispettarla?