00 03/01/2013 11:59
Come e quanto tagliare la spesa pubblica



· Dal punto di vista della finanza pubblica, l'Italia ha oggi due priorità: abbattere il rapporto tra debito pubblico e Prodotto interno lordo (Pil) e ridurre la pressione fiscale;

· Per conseguire il primo obiettivo, è necessario portare il bilancio strutturalmente in surplus, quindi ridurre le spese e/o aumentare le entrate;

· Per conseguire il secondo obiettivo, la spesa deve essere ridotta in misura almeno pari al taglio delle imposte;

· Fermare il declino ritiene che sia necessario e possibile, nell'arco di una legislatura, tagliare la spesa pubblica primaria di 5 punti percentuali rispetto al Pil, allo scopo di tagliare le imposte di altrettanto;

· Grazie a un serio piano di privatizzazioni si può ridurre la spesa totale di un ulteriore punto percentuale, come illustrato qui;

· Nel periodo 1990-2010 il Pil nominale è cresciuto del 121%, la spesa primaria del 152%; la maggior parte di tale aumento si è verificato nel decennio 2000-2010;

· Principale responsabile di tale fenomeno è l'incremento della spesa previdenziale (cresciuta in termini nominali del 183%) mentre il resto della spesa è cresciuto del 132%, in modo significativamente superiore al Pil;

· La spesa per il personale si è contratta negli ultimi anni; inoltre ogni intervento su tale voce richiede tempo per manifestarsi; di conseguenza, sebbene sia essenziale intervenire sulla qualità e l'efficienza produttiva del pubblico impiego, non ci si possono attendere grandi riduzioni in tale voce;

Le proposte di Fermare il declino per grandi voci di spesa

· le spese per redditi da lavoro dipendente rimangono invariate rispetto alle previsioni governative nel 2013 e nel 2014. Nel 2015 vengono ridotte dell’1% rispetto al 2014, principalmente mediante un taglio dei contributi sociali (un taglio delle aliquote di 1,5 punti entro il 2015, da inquadrare in una manovra generale di riduzione del cuneo fiscale, dovrebbe essere sufficiente a raggiungere lo scopo);

· la spesa per consumi intermedi è già prevista in forte calo nel 2013. Proponiamo di tagliare ulteriormente tale spesa per un miliardo nel 2013 e di continuare poi la riduzione nel 2014 e 2015, tagliando tale spesa del 3,7% annuo;

· per la spesa pensionistica proponiamo di moderare la crescita al 1,9% annuo, contro una crescita media prevista dal governo di circa 2,6% annuo. Tale moderazione dovrebbe essere effettuata principalmente limitando i tassi di crescita delle pensioni attualmente erogate. Questo si può fare garantendo al tempo stesso il valore reale netto delle pensioni basse e medie (quelle, grosso modo, che pagano fino a 2.500 euro mensili) grazie al taglio dell’Irpef;

· per le altre prestazioni sociali manteniamo la spesa prevista dal governo senza effettuare alcun intervento addizionale. Questo è un settore in cui la spesa va cambiata e riqualificata per giungere a uno schema universale di assicurazione contro la disoccupazione, ma se si intende raggiungere questo obiettivo non c’è spazio per tagli alla spesa aggregata; infine, la spesa in conto capitale viene ridotta, rispetto alle previsioni governative, di 10 miliardi di euro a regime. Tale riduzione si può ottenere in buona misura mettendo in atto le raccomandazioni del rapporto Giavazzi relative al taglio dei trasferimenti alle imprese, e risulta più che compensata dall’abolizione dell’IRAP;

Qui puoi trovare il resto:
www.fermareildeclino.it/fermareildeclinoit/come-e-quanto-tagliare-la-spesa-...