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Liberalizzazioni

Ultimo Aggiornamento: 03/01/2013 12:02
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03/01/2013 12:02

Approfondimento liberalizzazioni

Liberalizzare l'economia è uno degli strumenti per fermare il declino italiano e tornare a tassi di crescita economica sostenuti. Liberalizzare un mercato significa rimuovere gli ostacoli di varia natura, in particolare di natura normativa e fiscale che impediscono la libertà di ingresso, organizzazione dell'attività imprenditoriale, e uscita dal mercato.

Uno studio della Banca d'Italia ha mostrato che la piena liberalizzazione del settore dei servizi - grazie alla quale il margine convergerebbe verso i livelli medi europei - consentirebbe una crescita, nel lungo periodo, dell'11% del Pil, dell'8% dell'occupazione e del 18% degli investimenti, mentre i salari reali salirebbero del 12%. In generale noi vogliamo aumentare la concorrenza perché:

fa calare i prezzi, in quanto uno degli strumenti attraverso cui le imprese possono accrescere la loro quota di mercato è conquistare nuovi clienti offrendo occasioni più convenienti;
spinge le aziende a investire per migliorare e differenziare i loro prodotti o servizi, incrementandone l'efficienza e la produttività;
incentiva l'innovazione, consentendo di creare nuovi mercati e ampliare la libertà di scelta dei consumatori;
Esistono diversi indicatori indiretti che confermano come l'Italia sia un paese poco esposto alla concorrenza. Per esempio, nel periodo pre-crisi (quando tale osservazione non era influenzata dalla recessione) il numero di nuove imprese create in Italia era inferiore a quello osservato in altri paesi simili, mentre il tasso di uscita è analogo. Nel settore dei servizi, a differenza di quello manifatturiero esposto alla concorrenza internazionale, il mark up (ricarico sul costo) delle imprese italiane (tra cui vari monopolisti pubblici) tende a essere significativamente superiore ad altre nazioni europee.

Spesso liberalizzare significa semplicemente abrogare norme esistenti che servono unicamente a proteggere lo status quo, ma in altri casi occorre tener conto delle specificità dell’industria:

nei settori caratterizzati da infrastrutture fisiche che devono essere utilizzate da tutti i concorrenti (reti elettriche, gas, ferrovie, ecc.) tali infrastrutture devono essere assoggettate a una regolamentazione stringente e, dove possibile, essere separate dalle società che vendono i servizi per evitare conflitti di interesse;
dove è necessaria una regolamentazione di settore (energia, trasporti, banche, ecc.) tale compito dovrebbe essere assegnato a organismi tecnici indipendenti e non politicizzati;
le imprese a controllo pubblico che operino su mercati concorrenziali devono essere privatizzate, facendo precedere tale operazione da una riorganizzazione interna che ne limiti il potenziale monopolistico;
nel caso dei servizi pubblici per cui si ritiene socialmente desiderabile che la collettività sussidi la produzione (trasporto pubblico, gestione rifiuti, illuminazione stradale, ecc.) è opportuno che il gestore del servizio venga individuato attraverso gare tali che il risultato della gara sia contendibile (cioè non sia scontato il vincitore). Gli esiti della gare devono essere legati a criteri i più oggettivi possibili e l’affidamento deve avere durata la più breve possibile.
L’opera di liberalizzazione deve essere estesa ovunque sia possibile. A titolo di esempio, ecco una lista assolutamente non esclusiva di settori in cui è urgente intervenire, e cosa va fatto.



Ferrovie

Rendere immediatamente operativa l’Autorità per i trasporti, assumendo personale adeguato non di provenienza ministeriale e individuando un collegio di elevato profilo tecnico.
Completare la separazione proprietaria della rete ferroviaria (Rfi) da Ferrovie dello Stato Italiane Spa.
Separare le varie componenti di Trenitalia (passeggeri, regionale e cargo) e privatizzarle separatamente.
Abrogare immediatamente tutte le norme anticompetitive, in particolare quelle relative al trasporto regionale contenute nella legge 99/2009 (per esempio la possibilità di negare ai nuovi entranti il permesso di effettuare fermate intraregionali qualora questo comprometta l'equilibrio economico del titolare del servizio pubblico).
Bandire entro la fine della legislatura gare realmente contendibili in tutte le regioniGarantire la massima trasparenza e accessibilità dei dati relativi a bilanci, performance e qualità del servizio per tutti i servizi in affidamento.


Trasporto pubblico locale

Introdurre in via ordinaria il principio per cui nel trasporto pubblico locale è ammessa la concorrenza nel mercato.
Ammettere per i comuni e le regioni la possibilità di affidare servizi in esclusiva solo a fronte della dimostrazione che non è possibile affidare il servizio (o parte di esso) a privati in concorrenza e che i benefici sono superiori ai costi, fermo restando che tale motivazione deve essere sottoposta a parere vincolante dell’Autorità per i trasporti e, nelle more della sua operatività, dell'Antitrust.
Laddove i servizi siano affidati attraverso gare, adottare una rigorosa standardizzazione di bandi e disciplinari ed eliminare clausole che non siano strettamente attinenti all'obiettivo di garantire il miglior servizio al minimo costo per i contribuenti. Tali compiti andranno svolti dall’Autorità per i trasporti e, nelle more della sua operatività, dall'Antitrust.
Garantire la massima trasparenza e accessibilità dei dati relativi a bilanci, performance e qualità del servizio per tutti i servizi in affidamento.
Privatizzare tutte le società di trasporto pubblico locale.


Elettricità

Rivedere le norme esistenti finalizzate al perseguimento di obiettivi di politica industriale attraverso interventi nel settore elettrico. Tra questi:
I sussidi alle imprese grandi consumatrici di energia elettrica (in particolare Trenitalia).
I sussidi alle imprese di generazione - tra cui qualsiasi forma di sussidio della capacità produttiva non utilizzata.
Le modalità di incentivazione all’installazione di pannelli fotovoltaici su piccola scala.
Rivedere i meccanismi che disciplinano la realizzazione di impianti di generazione da fonti rinnovabili. In particolare, sarebbe possibile provvedere all’introduzione di:
Un meccanismo di selezione operante attraverso aste delle iniziative da incentivare senza limite inferiore.
Prevedere meccanismi che assicurino la localizzazione efficiente degli impianti di generazione da fonti rinnovabili.
Allocare correttamente, anche agli impianti a fonti rinnovabili, i costi che essi causano al sistema dovuti a sbilanciamento, congestioni, etc.
Accelerare il decalage degli incentivi rinnovabili con un obiettivo pari a zero a partire dalla capacità installata dal 1 gennaio 2015 (compatibilmente col raggiungimento degli obiettivi europei). Rinegoziare i sussidi concessi nel passato laddove diano luogo a extraprofitti.
Ridefinire con più precisione i compiti del regolatore, includendo per esempio la regolazione degli incentivi rinnovabili, impedendo decisioni che si traducano nel sussidio a specifiche categorie di consumatori, e incrementare il grado di trasparenza sul processo decisionale.
Rivedere la governance del settore riducendo il numero di enti e limitandone il perimetro di intervento. In particolare:
Spingere sul mercato la produzione di energie rinnovabili, in sostituzione dell'attuale ritiro da parte del Gestore dei servizi energetici (Gse).
Razionalizzare i soggetti esistenti, raggruppandoli e affidando a esterni con aste le attività attualmente svolte da Gse e Acquirente Unico.
Privatizzare il Gestore dei mercato energetici.
Riformare la borsa elettrica in modo tale da passare gradualmente dal prezzo unico nazionale a prezzi zonali per incentivare il potenziamento delle reti.
Prevedere in tempi ragionevoli il totale switch off anche per i consumatori domestici e abolizione di ogni prezzo di riferimento.
Terminare l'attuale socializzazione dei costi della morosità.
Privatizzazione totale di tutte le società del settore in mani pubbliche (incluse le reti).


Gas

Completare la separazione tra rete e distribuzione con la cessione di Snam e/o Eni, da parte di Cassa depositi e prestiti, ad azionisti diversi.
Valutare l'opportunità di dividere Eni in almeno due parti, separando la parte utility dalla parte petrolifera tradizionale e cederle ad azionisti diversi.
Assicurare il pieno utilizzo della capacità di importazione esistente garantendo: (a) che siano emessi e assegnati al mercato tutti i diritti di trasporto compatibili con la capacità fisica disponibile; (b) l’introduzione obbligatoria di clausole use or lose (si perde il diritto se non lo si utilizza) per i diritti di transito.
Rimuovere la priorità del gas di stoccaggio per gli usi domestici ed eliminare ogni forma di discriminazione di prezzo di origine normativa o regolatoria tra diverse tipologie di consumatori.
Il meccanismo di sussidio dei grandi consumatori attraverso l’allocazione a titolo gratuito delle capacità di stoccaggio incrementale create da Eni è complicato e potenzialmente distorsivo: valutare se eliminarlo totalmente o riformarne contenuto e modalità di copertura.
Se sarà possibile individuare adeguata copertura finanziaria, ridurre l’accisa sul gas almeno al livello medio europeo.
Reintroduzione, se necessario, dei tetti antitrust.
Riforma distribuzione locale gas per rendere più contendibili le gare.
Prevedere in tempi ragionevoli il totale switch off anche per i consumatori domestici e abolizione di ogni prezzo di riferimento.
Privatizzazione totale di tutte le società del settore in mani pubbliche (incluse le reti)


Assicurazioni

Superare l'attuale processo di mediazione obbligatoria introducendo la possibilità di risolvere il contenzioso in modo definitivo attraverso la possibilità dell'assicurato di richiedere un arbitrato vincolante.
Semplificare la regolamentazione distributiva in relazione alle categorie (riducendole a 2 dalle attuali 5) e deregolamentare le forme di collaborazione ammessa.
Incentivare la diffusione della ‘scatola nera’ per le automobili;
Incentivare la diffusione di forme di assicurazione contro le calamità naturali, anche allo scopo di allocare più correttamente i rischi e consentire un più adeguato finanziamento degli interventi nei casi di emergenza.
Garantire la piena portabilità dei fondi pensione, anche per la parte spettante al datore di lavoro.
Liberalizzare l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.


Poste

Ridurre il perimetro del servizio universale alla dimensione minima prescritta dalle direttive europee.
Rimuovere ogni residua riserva legale (in particolare le notifiche degli atti giudiziari).
Assegnare il servizio universale secondo gare distinte per categorie merceologiche e lotti geografici e a condizioni realmente contendibili, affidando al regolatore il compito di individuare perimetro, ampiezza e durata degli affidamenti.
Dividere Poste Italiane secondo le linee di business esistenti - in particolare separando societariamente Bancoposta dai servizi postali in senso stretto - e privatizzarli separatamente.


Telecomunicazioni ed editoria

Privatizzare la Rai e abolire il canone.
Rimuovere i tetti alla raccolta pubblicitaria.
Applicazione rigorosa delle norme antitrust e delle norme relative al conflitto di interesse.
Valutare l'opportunità di mantenere un canale per il servizio pubblico, nel qual caso il servizio andrebbe affidato tramite procedura a evidenza pubblica.
Abolire ogni forma di finanziamento pubblico all'editoria.
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